“Un buon capro espiatorio vale quasi quanto una soluzione”. A. Bloch
Smantelliamo gratis alcuni luoghi comuni sull’immigrazione
1) “Vengono tutti in Italia”
Gli stranieri in Italia sono poco più di 5 milioni e mezzo, ossia l’8% della popolazione. Solo 300 mila sono gli irregolari. Il Regno Unito è il paese europeo al primo posto per numero di nuovi immigrati con circa 560.000 arrivi ogni anno. Seguono la Germania, la Spagna e poi l’Italia. La Germania è invece il paese Ue con il maggior numero di stranieri residenti con 7,4 milioni di persone. Segue la Spagna e poi l’Italia. Siamo sesti inoltre per numero di richieste d’asilo (27.800). Da notare che il paese col più alto numero di immigrati è anche l’unico che in questo momento sta crescendo economicamente.
2) “Li manteniamo con i nostri soldi”
Gli stranieri con il loro lavoro contribuisco al Pil italiano per l’11% , mentre per loro lo stato stanzia meno del 3% dell’intera spesa sociale. Inoltre gli immigrati ci pagano letteralmente le pensioni. L’età media dei lavoratori non italiani è 31 anni, mentre quella degli italiani 44 anni. Bisognerà aspettare il 2025 perché gli stranieri pensionati siano uno ogni 25, mentre gli italiani pensionati sono oggi 1 su 3. Ecco che i contributi versati dagli stranieri (circa 9 miliardi) oggi servono a pagare le pensioni degli italiani.
3) “Ci rubano il lavoro”
“La crescita della presenza straniera non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani”, è la Banca d’Italia a parlare. Il lavoro straniero in Italia ha colmato un vuoto provocato da fattori demografici. Prendiamo il Veneto. Fra il 2004 e il 2008 ci sono stati 65.000 nuovi assunti all’anno, 43.000 giovani italiani e 22.000 giovani stranieri. Nel periodo in cui i nuovi assunti sono presumibilmente nati, negli anni dal 1979 al 1983, la natalità è stata di 43.000 unità all’anno. È facile vedere allora che se non ci fossero stati gli immigrati, 22.000 posti di lavoro sarebbero rimasti vacanti. Questo al Centro-Nord. La situazione è un po’ più problematica al Sud, perché in un’economia fragile e meno strutturata spesso gli stranieri accettano paghe più basse e condizioni lavorative massacranti, rubando qualche posto agli italiani. A livello nazionale, ad ogni modo, il fenomeno non è apprezzabile.
4) “Non rispettano le leggi”
Negli ultimi 20 anni la presenza di stranieri in Italia è aumentata vertiginosamente, fra il 1998 e 2008 del 246% dice l’Istat. Eppure la delinquenza non è aumentata, ha avuto solo trascurabili variazioni: nel 2007 il numero dei reati è stato simile al 1991. Di solito si ha una percezione distorta del fenomeno perché si considerano fra i reati degli stranieri quelli degli irregolari che all’87% sono accusati di reato di clandestinità il quale consiste semplicemente nell’aver messo piede su territorio italiano.
5) “Portano l’Ebola”
L’Africa è un continente enorme, non una nazione. Le zone in cui l’Ebola ha maggiormente colpito sono Liberia e Sierra Leone. Da queste zone non giungono immigrati in Italia dove invece arrivano da Libia, Eritrea, Egitto e Somalia. I sintomi dell’Ebola poi si manifestano in 3 o 4 giorni e un migrante contagiato non potrebbe mai viaggiare per settimane giungendo fino a noi. Infine il caso ebola è scoppiato ad aprile 2014, nei primi 8 mesi del 2014 in Italia sono arrivati circa 100 mila immigrati e neanche uno che ci abbia trasmesso l’Ebola.
6) “Aiutiamoli a casa loro”
È la frase con cui i razzisti di solito si autoassolvono, come se aiutarli a casa loro non abbia dei costi e dei rischi, e come se i nostri governi non abbiano già lavorato per affossare questa possibilità. Nel 2011 il governo italiano ha operato un taglio del 45% ai fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo, stanziando effettivamente 179 milioni di euro, la cifra più bassa degli ultimi 20 anni. Destiniamo a questo ambito lo 0,2 del Pil collocandoci agli ultimi posti per stanziamenti fra i paesi occidentali. Nel 2013 il Servizio Civile ha messo a disposizione 16.373 posti di cui solo 502 all’estero, in sostanza il 19% di posti finanziati in meno rispetto al bando del 2011.
7) “Sono avvantaggiati nelle graduatorie per la casa”
Ovviamente fra i criteri per l’assegnazione delle case popolari non compare la nazionalità. I parametri di cui si tiene conto sono il reddito, numero di componenti della famiglia se superiore a 5 unità, l’età, eventuali disabilità. Gli immigrati di solito sono svantaggiati perché giovani, in buona salute e con piccoli gruppi famigliari (poiché non ricongiunti). Nel bando del 2009 indetto dal comune di Torino il 45% dei richiedenti era straniero, solo il 10% di essi si è visto assegnare una casa. Nel comune di Genova, su 185 abitazioni messe a disposizione, solo 9 sono andate ad immigrati. A Monza su 100 assegnazioni solo 22 agli stranieri. A Bologna su 12.458 alloggi popolari assegnati, 1.122 agli stranieri.
8) “Prova a costruire una chiesa in un paese islamico”
È l’argomento che molti usano perché non si costruiscano moschee in Occidente o perché si lasci il crocifisso nei luoghi pubblici. È un argomento davvero bislacco: per quale motivo se gli altri sono incivili dovremmo esserlo anche noi? E comunque gli altri non sono incivili. In Marocco i cattolici sono meno dello 0,1% della popolazione eppure ci sono 3 cattedrali e 78 chiese. Si contano 32 cattedrali in Indonesia, 1 cattedrale in Tunisia, 7 cattedrali in Senegal, 5 cattedrali in Egitto, 4 cattedrali e 2 basiliche in Turchia, 4 cattedrali in Bosnia, 1 cattedrale negli Emirati Arabi Uniti, 3 monasteri in Siria, 7 cattedrali in Pakistan e così via.
9) “I musulmani ci stanno invadendo”
Al primo posto fra gli stranieri presenti in Italia ci sono i rumeni che sono oltre un milione. I rumeni per la maggior parte sono ortodossi. In seconda posizione ci sono gli albanesi, quasi 600 mila, per il 70% non praticanti (lascito della dominazione sovietica) e, fra i rimanenti, al 60% musulmani e al 20% ortodossi. Seguono i marocchini, quasi 500 mila, quasi totalmente musulmani, e ancora i cinesi, circa 200 mila, quasi tutti atei. Dunque in larga parte gli stranieri in Italia sono cristiani, oppure atei, solo in piccola parte professanti l’Islam.
… in aggiornamento
maggiori informazioni:
http://www.esseblog.it/tutti-gli-articoli/le-9-balle-sullimmigrazione-smentite-dai-numeri/
+ CASSE! – TASSE!
Domenica 30 novembre presso la sala prove REACUTO di Bologna Néstor Fabbri, Carmelo Pipitone dei Marta sui Tubi e numerosi altri artisti testeranno le casse per chitarra GLB Sound. Per l’occasione realizzeranno una performance chitarristica dal titolo: MOTOPICCO A 4 TEMPI
Ore 16-18.
Consigliamo di portare il proprio strumento e/o testata
Info line: 366 5333254
mail: regnoacuto@gmail.com
ReAcuto
Via del Sostegno 3/12
Bologna
(uscita 5 tangenziale Bologna)
Ingresso libero
Bending obbligatorio
Casse per chitarra GLB Sound: le migliori casse del mondo… probabilmente
Trash of Civilization
Islam e umorismo
L’argomento del senso dell’umorismo è molto serio e molto rischioso: come fai a parlare di humor se il tuo interlocutore non ride?
Sui dizionari lo humor viene definito come la capacità di far ridere. Ma, far ridere chi? Sarebbe come dire che l’autoerotismo è la capacità di far godere. Non ci sembra soddisfacente questa definizione.
Quindi siamo andati alla ricerca di altre categorie all’interno delle quali collocare questa battuta.
Satira o ironia? La prima mette in ridicolo un potente al fine stigmatizzare i suoi comportamenti e correggerli. Mentre la seconda dice una cosa facendo finta di dirne un’altra. Neanche queste definizioni sembrano inquadrare il senso della nostra battuta.
Perciò ci siamo domandati: perché si ride?
L’atto del ridere è simile ad un orgasmo: un improvviso rilascio di piacere. Per gli economisti, ma anche per Freud, la risata è una forma di economia della spesa psichica. L’idea è quella di prendere due cose completamente disconnesse tra loro e farle collidere improvvisamente. Le energie che di solito la mente impiega per connetterle vengono risparmiate e liberate improvvisamente sotto forma di una sonora risata. Ad esempio, un signore si reca dall’oculista e gli dice che sta perdendo la vista. L’oculista gli risponde che deve smetterla di farsi le seghe. Al che, il signore ribatte: “ma è veramente per questo che sto diventando cieco?”. “No” risponde il dottore, “ma la gente nella sala d’aspetto si sta lamentando!”. Ecco, questa battuta mette insieme un segaiolo, un personaggio che di solito svolge le sue pratiche appartandosi in una timida solitudine, ed una moltitudine di persone in una sala d’aspetto medica. Due cose disconnesse che vengono improvvisamente fatte scontrare facendo scaturire la risata.
La nostra battuta è esattamente questo. L’Islam non c’entra nulla con la spazzatura. Per questo fa ridere.
Razzismo e multiculturalismo
[…]
in lavorazione